Da Győr a Madrid

Un profilo biografico di Padre Stanley Jaki

Antonio Colombo

 

Presentazione tenuta durante il I Corso estivo Il rapporto scienza e fede alla luce del pensiero di S.L. Jaki
presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum - Aula Magna (2º piano)
Roma, 14-19 luglio 2014

 

Reliquiary Bust of Saint Ladislas in Győr

Győr è una città dell’Ungheria. Nella sua cattedrale si conserva un reliquiario del re San Ladislao I (re dal 1077 al 1095). È a questo santo che Padre Jaki deve il suo secondo nome, László, ossia Ladislao, poi divenuto Ladislas. Il primo nome, che suonava Szaniszló, ossia Stanislao, prima di essere americanizzano in Stanley, è invece il nome di un santo vescovo di Cracovia (dal 1072 al 1079). Il nome ungherese è dunque Jáki Szaniszló László.








Map of Hungary North-East part of Hungary

Győr si trova a est di Budapest, ai confini con la Slovacchia. È la sesta città dell’Ungheria. Oggi ha circa 130.000 abitanti, ma nel 1924 ne aveva solo circa 50.000. Padre Jaki vi nacque il 17 agosto del 1924, terzo di cinque figli. A Sud di Győr (e a nord del Lago Balaton) sorge l’abbazia benedettina di Pannonhalma, paragonabile per importanza a quella di Montecassino in Italia. Qui è stato sepolto Padre Jaki, perché, pur avendo trascorso la maggior parte della sua vita negli Stati Uniti d'America, è rimasto sempre un monaco di Pannonhalma. E a Pannonhalma ha finito per tornare (per essere seppellito con gli altri monaci).


Father Jaki as a baby Father Jaki's Family

Nella foto di sinistra lo vediamo bambino, nel 1925.
Nella foto di destra, che è stata scattata verso la fine degli anni Trenta, vediamo la famiglia al completo. Da sinistra il figlio minore Teodoz, la sorella maggiore, la sorella minore, il fratello grande Zeno, e sulla destra Stanley Jaki. Padre Jaki era il terzo dei cinque figli. La più giovane delle due sorelle, Etuska, è morta nel 1942, per una malattia, all’età di quindici anni.










Stanley Jaki rowing - on the left

Da ragazzo Padre Jaki faceva dello sport. Lo vediamo impegnato nel canottaggio. Sappiamo anche che ha recitato in una filodrammatica. Possiamo anche vederlo in un campeggio di boy scout. Nell'organizzazione scoutistica raggiunse il titolo di Eagle Scout, (Scout Aquila), il massimo raggiungibile da chi dimostri di comprendere lo spirito dello scautismo e superi una ragguardevole serie di prove pratiche. Solo circa uno scout su 40 diventa un Eagle Scout.







Stanley Jaki as a boy scout Stanley Jaki as a Boy Scout












Picture as a seminarian The three Jaki Brothers

Nella foto di sinistra, risalente ai tempi del liceo possiamo notare come Padre Jaki venisse chiamato con il secondo nome, ossia László. I tre fratelli, questi hanno fatto tutti una scelta comune (ma non comune), ossia quella di diventare monaci benedettini. Questa foto degli anni Quaranta li ritrae tutti e tre in seminario, a Pannonhalma. I fratelli avevano frequentato un liceo, tenuto dai Benedettini, nella loro città natale di Győr. Padre Jaki è entrato in seminario alla fine del Liceo, nel 1942. Padre Jaki afferma di aver sentito che la sua vocazione era il sacerdozio, fin dall'età dei 7-8 anni. I tre fratelli si sono per così dire espansi in maniera differente. Il maggiore, Zeno, al centro, ha passato tutta la sua vita a Pannonhalma, con vari incarichi, fra cui quello di maestro dei novizi. È morto nel 2012. Il fratello minore, Teodoz, che è morto nel 2013, si è sempre interessato di musica, ed ha passato la sua vita nel convento benedettino di Győr, dirigendo cori religiosi, ma anche compiendo un’opera culturale di notevole interesse. Una delle disgrazie ungheresi, conseguenza diretta del Trattato di Trianon del 1920, era stata la cessione di gran parte del territorio ungherese (abitato ovviamente da ungheresi), agli stati circonvicini. Padre Teodoz ha spesso viaggiato in queste zone limitrofe esterne all’odierna Ungheria, in vista della conservazione del patrimonio musicale ungherese tradizionale, che sarebbe altrimenti andato disperso. Per questo ha anche raggiunto una certa fama, e ricevuto dei riconoscimenti. Invece Padre Jaki avrebbe trascorso la maggior parte della sua vita addirittura in un altro continente, l’America.


Pannonhalma Archabbey

L’abbazia di Padre Jaki era, ed è rimasta per tutta la vita, quella di Pannonhalma, nella quale era entrato nel 1942. I suoi superiori decisero, a settembre 1947, di inviarlo a Roma a completare gli studi teologici. Dobbiamo ricordare il clima del dopoguerra. L’Ungheria stava diventando un paese governato dai comunisti, e Padre Jaki poté recarsi in Italia solo poco prima che la libertà di movimento venisse resa quasi impossibile.









Papal blessing for priestly ordination

Giunto a Roma, egli completò gli studi presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo, il centro romano dell’Ordine Benedettino. Venne ordinato sacerdote nel 1948, ad Assisi, dal Vescovo benedettino Mons. Giuseppe Placido Nicolini. Qui vediamo parte della benedizione papale pervenuta per l’occasione (nella parte non mostrata campeggia, ovviamente, un ritratto del pontefice Pio XII).









Thesis frontespice and meeting with Cardinal Ratzinger Last page of dissertation thesis

Nel dicembre 1950 Padre Jaki ottenne un dottorato in teologia, con una tesi, scritta in francese, sulle “Nuove tendenze dell’ecclesiologia” [1]. Suo relatore di tesi fu Mons. Cipriano Vagaggini, un teologo che contribuì in seguito alla stesura del documento conciliare sulla liturgia, la Costituzione Sacrosanctum Concilium. La tesi venne in seguito pubblicata (1957) ed ebbe anche una seconda edizione in occasione del Concilio. Una recensione a questo testo venne fatta all’epoca dal futuro Card. Ratzinger, il quale molti anni dopo disse all’autore: “Oh, Padre Jaki, il suo Tendenze, che ho recensito molto volentieri, occupa un posto d'onore nella mia biblioteca” [2].

Di questo libro, che in un certo senso definisce Jaki come teologo, riportiamo solo la citazione di Sant’Agostino che conclude il libro: “Ebbene, fratelli, tenetevi tutti stretti insieme a Dio come padre, e alla Chiesa come madre” [3]. Questo amore alla Chiesa genererà parecchie delle sue opere, in particolare quelle dedicate al primato di Pietro.


Saint Vincent Seminary - Latrobe, PA

Nel 1949 in Ungheria era stata introdotta una costituzione modellata su quella dell’Unione Sovietica. Alla fine del periodo romano, durante il quale apprese un italiano sufficiente a farsi capire, Padre Jaki si aspettava quindi di rimanere in Europa (forse in Francia, vista la sua familiarità con il francese). Invece i suoi superiori scelsero di mandarlo a insegnare negli Stati Uniti, una scelta che determinò tutta la sua vita futura, ma che non dipese affatto dalla sua volontà. Padre Jaki sbarcò in America (a quei tempi la traversata si faceva per nave) il 21 dicembre 1950. Una settimana dopo arrivò al Seminario di San Vincenzo, in Latrobe, Pennsylvania, e sei mesi dopo cominciò quella che si prospettava come una carriera di insegnamento. Insegnava infatti francese all’annesso College, e teologia in seminario. In particolare i trattati: De Deo Uno, De Deo Creante, De homine et gratia, e De Novissimis. Questi temi teologici hanno, ovviamente, vaste ramificazioni, che toccano sia la filosofia che la scienza. Fu così che Padre Jaki cominciò a interessarsi della problematica scientifica, leggendo libri su libri di autori come Eddington, che facevano anche della divulgazione scientifica. Questo durò dal 1951 fino all’inizio del 1954. Nello stesso periodo Padre Jaki studiò la matematica, le scienze fisiche come pure la storia e la letteratura americana, il che gli consentì di conseguire nel 1954 il titolo di Bachelor of Science, ossia una laurea in materie scientifiche.


A interrompere l’attività di insegnamento fu un evento totalmente inaspettato. Il 9 dicembre 1953 subì una tonsillectomia, ossia la comune asportazione delle tonsille. Alcuni giorni dopo l’intervento sopravvennero due successive emorragie, le cui conseguenze pratiche furono che Padre Jaki si trovò afono per i successivi dieci anni. Quel poco di voce che gli rimaneva era insufficiente per proseguire l’attività di insegnante, come fu facile constatare, ma non gli impediva di continuare a studiare. Nel 1954 Padre Jaki ottenne anche la cittadinanza americana. Tornò per la prima volta in Ungheria nel 1964, ma col passaporto americano.


Fordham University - New York Essay Jaki - Hess

Avendo appena conseguito una laurea in materie scientifiche, la cosa più logica sembrò essere quella di applicarsi per ottenere un dottorato di ricerca, ossia un titolo detto PhD (Philosophiae Doctor). Questo è quello che Padre Jaki fece fino al 1957, all’Università di Fordham, l’università di New York gestita dai Gesuiti. Fra i suoi insegnanti c’era il premio Nobel 1936 per la Fisica, Victor Hess. Tra i due nacque una simpatia, che sfociò in una tesi preparata da Padre Jaki sotto la sua direzione e discussa nel 1957, e quella tesi a sua volta generò un articolo firmato dai due sulla prestigiosa rivista Journal of Geophysical Research [4]. La vedova di Hess confidò in seguito a Padre Jaki che Hess aveva nel suo cuore un posto speciale per Padre Jaki. La tesi aveva per titolo Radon, Thoron [che sono dei gas rari], and Their Decay Products Above and Within The Earth’s Surface. [Uno studio della distribuzione di radon, toron e dei loro prodotti di decadimento sopra e sotto il terreno]. Anche se il titolo può sembrare piuttosto astratto, è noto che questi gas sono una fra le cause dei tumori al polmone (al secondo posto dopo il fumo delle sigarette). Questa è, per sua stessa ammissione, l’unica attività scientifica di tipo sperimentale che Padre Jaki abbia effettuato.


woodside Priory School - Portola Valley, CA

Una volta conseguito il dottorato, a Padre Jaki fu ordinato di trasferirsi in California, a Portola Valley, vicino all’università di Stanford, dove con altri benedettini fondò una scuola, la Woodside Priory School. Poiché la voce era sempre assente, Padre Jaki si occupava della parte amministrativa e, incredible dictu, era alla guida della Station-Wagon che fungeva da scuolabus per alcuni allievi della scuola. La diapositiva mostra la scuola ai giorni nostri, ma all’inizio la scuola utilizzava una preesistente fattoria. Padre Jaki aveva all’epoca maturato l’idea che il problema dei rapporti fra scienza e religione aveva molto a che fare con gli aspetti storici della vicenda. La vicinanza con l’Università di Stanford, la cui biblioteca è molto fornita, gli permise di approfondire molti aspetti della storia della scienza, un argomento a cui gli scienziati veri e propri prestavano poca o nessuna attenzione. La sua tesi di dottorato (di tipo sperimentale) aveva convinto Padre Jaki che la scienza esatta aveva a che fare con misurazioni e predizioni, e che se non era in grado di farne, non si trattava di scienza (o almeno di una scienza esatta). Questa intuizione sarebbe poi maturata nella sua definizione di scienza come “studio degli aspetti quantitativi degli oggetti in movimento” [5]. Detta nella formulazione di Eddington: “La separazione fra il dominio scientifico e quello extra-scientifico dell’esperienza non è, secondo me, una separazione fra il concreto e il trascendentale, ma fra il misurabile e il non misurabile”.



Original building of Princeton University

Nel 1960 Padre Jaki si trasferì nei pressi di un’altra grande università, sulla costa Est degli Stati Uniti, Princeton. In questa università, fra il 1961 e il 1963, lavorò al progetto di Storia della Scienza, come Visiting Fellow (borsista post-dottorato).










Palmer Square Post Office - Princeton, NJ The Relevance of Physics

Fu qui che nel 1962 concepì l’idea della sua opera fondamentale, The Relevance of Physics. “Dai gradini dell’ufficio postale di Princeton, in Palmer Square” [6]. L’ufficio postale di Palmer Square, posto al centro di Princeton, è poi rimasto uno dei punti fissi della vita di Padre Jaki. Infatti al suo interno c’era la casella postale (P.O. Box 167) da lui usata per la corrispondenza nei decenni successivi. In un certo senso, la preparazione del libro era in corso da parecchi anni, ossia era il frutto di tutte le indagini storiche svolte negli anni precedenti. Gli ci vollero circa tre anni per scriverlo, e uscì nel 1966. Sulla copertina è scritto: “La fisica è diventata lo strumento più potente che l’uomo abbia a disposizione per indagare e rivelare i fatti nascosti che riguardano la natura inanimata. Sono i suoi metodi e le sue intuizioni ugualmente rilevanti per altre aree dell’umana conoscenza?” [7] La risposta, naturalmente, è negativa, per cui Padre Jaki scherzava dicendo che il titolo avrebbe dovuto essere L'irrilevanza della fisica. Il libro parte da una disamina dei tre modelli di interpretazione dell’universo, quello organismico proprio degli antichi Greci, quello meccanicistico di Newton, e quello contemporaneo, basato sulla matematica. Vengono poi esaminati i rapporti della fisica con la biologia, con la metafisica, con l’etica e con la teologia.


Princeton Catholic Chaplaincy Seton Hall University Tile

Nel 1965, mentre il libro The relevance of Physics era già in bozze presso un’importante casa editrice americana (la Chicago University Press) il decano dell’università di Seton Hall passò dalla Cappellania cattolica dell’Università di Princeton dove Padre Jaki risiedeva, e gli offrì un posto come professore universitario, con il solo l’obbligo di tenere un seminario a cadenza settimanale, e con l’obbligo non scritto di continuare a scrivere. Fu così che Padre Jaki entrò a Seton Hall, l’università cattolica del New Jersey, distante poco più di un’ora di macchina da Princeton (una quarantina di miglia, abbastanza vicino a Newark, appena sotto New York). Padre Jaki definì questa svolta della sua vita come un essere stato damnatus ad litteras, ossia condannato a scrivere, cosa paragonabile al romano damnatus ad metalla, cioè condannato ai lavori forzati in miniera.


Father Jaki’ flat Father Jaki’ flat

Padre Jaki non si trasferì mai nei pressi di Seton Hall per un motivo fondamentale, ossia la disponibilità di libri nelle biblioteche di Princeton. Ottenne dai superiori il permesso di non vivere in un convento, e si stabilì dapprima in uno scantinato che una vedova affittava agli studenti dell’università, e in seguito in un appartamento che la stessa vedova gli affittò per tutto il resto della vita. Il posto era a Lawrenceville, a dieci minuti di macchina da Princeton. L’appartamento era in realtà occupato quasi interamente da libri... Qui si vede parte della parete retrostante la scrivania di Padre Jaki, ma c’erano altre tre pareti completamente occupate da scaffali, senza contare i ripostigli e quanto era sparso negli altri locali, sui mobili e perfino sul pavimento. Nella parte destra delle foto di possono vedere nell'ordine, un vecchio PC (un 386), un’altrettanto vecchia stampante e una fotocopiatrice. Il PC era utilizzato da Padre Jaki per stampare quel che scriveva in formato “libro” (ossia come si sarebbe presentato il libro uscendo dalle mani dello stampatore). Da notare la presenza di floppy disk, che servivano per trasferire i dati dal PC principale al 386. Padre Jaki si convertì all’informatica nel 1990 circa, e da allora in poi scrisse sempre utilizzando un computer. Rimase però fedele al programma di videoscrittura col quale aveva iniziato a scrivere, che si chiamava Word-Perfect e per questo aveva ancora bisogno del vecchio PC 386, l’unico in grado di stampare a partire dalla versione di Word-Perfect usata da Padre Jaki. Il backup delle sue quasi 550 diskette occupa circa 135MegaByte (sia pure con molti file presenti in più copie). Tenendo presente che quanto Padre Jaki scrisse prima del 1990 non è disponibile in formato elettronico, si può stimare che la sua “produzione” ammonti a circa 100 Megabyte, ossia, detto in termini umani, a un centinaio di libri (una Bibbia intera in formato testo occupa circa 5 Megabyte).


Psalms and Lives of Saints

Padre Jaki diceva messa ogni giorno, al mattino presto, prima di iniziare la giornata lavorativa. Era fedele al breviario, i cui salmi leggeva usando la traduzione nota come Grail [8] (egli ha anche scritto due commenti ai salmi) [9]. Gli era particolarmente cara la raccolta di vite dei santi curata dal Butler e aggiornata da Padre Thurston SJ [10] (ordinata secondo i giorni dell’anno). Ne teneva una copia a portata di mano in camera da letto, e leggeva ogni giorno i “santi del giorno”. Ogni giorno recitava anche il rosario, e quasi ogni giorno passava nella Chiesa della parrocchia cattolica di Princeton, dove faceva spesso una sosta all’altare di Sant’Antonio da Padova.






Seton Hall Badge Brain, Mind and Computers

Quando Padre Jaki morì faceva ancora parte del corpo insegnante di Seton Hall, nonostante avesse superato da un pezzo l’età della pensione. Padre Jaki visitava regolarmente ogni settimana Seton Hall. Il numero sul badge è il suo Social Security Number, il corrispondente americano del nostro Codice Fiscale. Il primo libro importante che seguì The Relevance fu Brain, Mind and Computers [11], che gli valse il premio Lecomte de Nouy nel 1970.








Books about the history of Astronomy

Negli anni successivi la tematiche affrontate riguardarono principalmente la storia dell’astronomia: Il paradosso di Olbers [12], ossia la spiegazione del perché il cielo notturno sia scuro e non chiaro come il giorno. Se l’universo fosse omogeneo e infinito, le leggi sulla diffusione della luce richiederebbero che la luce notturna sia uguale a quella notturna, ed evidentemente così non è. Un altro volume riguardava la via Lattea [13], una delle cause dell’abbandono della visione aristotelica del cosmo, dopo che Galileo si accorse che non di una via si trattava, ma di un agglomerato di stelle, in effetti la nostra galassia. Un altro libro ancora affrontava le teorie sulla formazione dei pianeti [14].




Science and Creation - Duhem

In parallelo a questi studi, fedele all’idea che i problemi legati al rapporto scienza-fede dipendessero molto dalle circostanze storiche, Padre Jaki nel 1974 produsse un lavoro, Science and Creation [15], che esaminava i motivi del mancato sorgere della scienza in tutte le antiche civiltà, nonché il suo unico sorgere nella civiltà (cristiana) europea, a partire dal Medioevo. Uno degli impressionanti punti comuni a tutte le antiche civiltà era un’idea ciclica del tempo, una generalizzazione del ciclo delle stagioni, che, attraverso l’idea del “grande anno” supponeva che tutto sarebbe un giorno ricominciato da capo, e che quindi era inutile chiedersi come funzionava il mondo. Solo la concezione ebraico-cristiana del tempo era invece di tipo lineare, con un inizio, la creazione, e uno svolgersi nel tempo fino al ritorno [per i cristiani] di Cristo. Nel ricercare la storia della nascita della scienza, Padre Jaki si imbatté nell'opera di Pierre Duhem, un fisico francese cattolico vissuto a cavallo fra Ottocento e Novecento, alle cui ricerche storiche dobbiamo le prime informazioni sulle origini medioevali della scienza moderna. Duhem è l’autore della monumentale opera in 10 volumi Le Système du Monde, histoire des doctrines cosmologiques de Platon a Copernic [16]. Padre Jaki “adottò” questo studioso, e ne scrisse anche una biografia nel 1984 [17]. Padre Jaki dedicò poi altri libri sia a Pierre Duhem [18] che a sua figlia Hélène [19], cui spettò il non facile compito di completare la pubblicazione degli ultimi volumi del Système du monde dopo la morte del padre. Duhem, di cui era nota la ferma fede cattolica, era stato grandemente osteggiato dal laicissimo mondo accademico francese, che gli impedì di ottenere, come avrebbe meritato, una cattedra di insegnamento a Parigi e non a Bordeaux.


The Road of Science and the Ways to God

Sempre negli anni Settanta a Padre Jaki fu chiesto di tenere per due anni consecutivi (1974/75 e 1975/76) le Gifford Lectures a Edimburgo, istituite per promuovere e diffondere lo studio della teologia naturale nel senso più ampio del termine, in altre parole, la conoscenza di Dio. Ricordiamo che illustri personalità (religiose e non) fra cui Étienne Gilson erano già stati chiamati a tenere le stesse Lectures. Padre Jaki fece un corso sulla storia della scienza, mostrando come un moderato realismo (inteso come sottofondo filosofico) avesse sempre accompagnato le scoperte scientifiche più rilevanti. Ne uscì il libro The Road of Science and the Ways to God [20] (pubblicato nel 1978). Inutile dire che il realismo, da Aristotele fino a San Tommaso e al neo-tomismo fa parte del patrimonio filosofico della chiesa cattolica (promosso in particolare da papa Leone XIII). Una delle battaglie di Padre Jaki era contro coloro che tentavano di unire alla visione di San Tommaso quella di Kant, evidentemente incompatibile con la prima. Padre Jaki ha coniato un termine per designare questa categoria di filosofi: ”Aquikantisti“. Il più noto fra questi è stato Karl Rahner. Incidentalmente, anche se Padre Jaki aveva già pubblicato articoli in italiano a partire dal 1978, è questo il primo suo libro importante tradotto in italiano, e pubblicato dalla Jaca Book nel 1988 [21]. È tramite la versione italiana di questo libro, che sono venuto a contatto con il pensiero di Padre Jaki, e fu amore a prima vista (anche se non avevo mai visto l’autore)...


Templeton Prize Ceremony Templeton Prize Medal

Il motivo per cui la Jaca Book si decise a tradurre The Road of Science è piuttosto semplice. Alfred Nobel, che sta all’origine dei premi Nobel, pur essendo nominalmente un luterano, non era particolarmente religioso. Per questo fra i premi Nobel non è previsto alcun premio collegato alla religione, anche se occasionalmente i premi per la pace sono stati attribuiti a personalità religiose (e almeno un premio Nobel per la medicina è stato negato–a Jerome Lejeune–per il solo fatto di essere cattolico). Per rimediare a questa lacuna John Marks Templeton, uomo d'affari e filantropo americano/inglese (1912-2008) ha istituito nel 1972 un premio che porta il suo nome, “per il progresso nella religione”. A Padre Jaki fu conferito questo premio nel 1987, e prima di lui l’avevano ricevuto Madre Teresa, Frère Roger di Taizé, il Card. Suenens, Chiara Lubich e altri. È questa la ragione per cui la Jaca Book tradusse il libro di Jaki, e pure la ragione per cui Padre Jaki venne invitato al Meeting di Rimini nel 1988.

Oltre alla medaglia, che qui vediamo, il premio consisteva in una notevole somma di denaro. La motivazione diceva tra l’altro: “Il professor Stanley Jaki ha offerto al mondo, in una serie di opere di grande erudizione e originalità, una reinterpretazione della storia della scienza che getta luce sul rapporto fra scienza e cultura, e su quello, non meno importante, tra scienza e fede ” [22]. Si parla dei suoi lavori nel campo dell’astrofisica, che hanno messo in rilievo la contingenza dell’universo, vista come un argomento a favore dell’esistenza di Dio. È ricordato anche come lo studio della scienza non gli abbia impedito di essere un profondo teologo, e sono menzionati sia il premio Lecomte de Nouy, che le Gifford Lectures. La frase conclusiva, che riportiamo è: “È soprattutto per il suo immenso contributo a stabilire un ponte fra scienza e religione, e per il suo aver lasciato spazio–in mezzo alla scienza moderna più avanzata–per una fede profonda e sincera, che ha ricevuto il Premio Templeton” [23]. A Padre Jaki sono state conferite parecchie lauree honoris causa. Qui vediamo una foto presa in una di queste occasioni, nel 1988, al Saint Anselm College, Manchester, New Hampshire.

St. Anselm's College, 1988













With Nobel Laureate Werner Arber At the Pontifical Academy of Sciences

Nel 1990 Padre Jaki fu chiamato a far parte come Membro Onorario (ossia come membro non direttamente impegnato nella ricerca scientifica) della Pontificia Accademia delle Scienze, la cui sede si trova all’interno dei Giardini Vaticani. Padre Jaki partecipò a quasi tutte le riunioni plenarie dell’Accademia da allora in poi. Qui lo vediamo nel 2008, mentre saluta il Premio Nobel per la Medicina Werner Arber, allora Vice-Presidente e in seguito, fino al 2017, Presidente dell’Accademia. Gli interventi di Padre Jaki alla Pontificia Accademia delle scienze, oltre ad essere disponibili negli Atti delle Sessioni Plenarie dell’Accademia, sono stati pubblicati postumi nel 2011, con il titolo Lectures in the Vatican Gardens [24]. A titolo di esempio possiamo ricordare il suo contributo sulla impredicibilità della scienza. La scienza è capace di fare previsioni esatte sul mondo circostante, ma non è in grado di predire la sua stessa evoluzione. Il motto della Pontificia Accademia delle Scienze è Deus scientiarum Dominus, ovvero “Dio è il Signore delle scienze”.


Translations

Padre Jaki ha anche curato alcune traduzioni di opere non disponibili in inglese, di solito per fini “apologetici”, come nel caso dell’opera giovanile di Kant Universal Natural History and Theory of the Heavens [25]. Le tesi discusse in quest’opera, specie quelle relative agli abitanti degli altri pianeti del sistema solare, mostrano bene quanto fosse carente la formazione scientifica di Kant. Analogo discorso per la traduzione de La cena de le Ceneri di Giordano Bruno [26], che appoggia la teoria copernicana (per demolire Aristotele), ma nega l’utilità delle misurazioni esatte in scienza, ossia evidenzia lo scarso spirito scientifico di una persona che passa tuttora per un martire della scienza. E le Cosmological Letters [27] di Lambert, sull'universo, anche se importanti per la storia dell’astronomia, cadono per il loro non appoggiarsi alle osservazioni sperimentali.


A lettere from Jérôme Lejeune

Padre Jaki era in contatto con parecchi premi Nobel, e di alcuni era anche amico personale. Ci sono tracce di questo nella sua corrispondenza, ad esempio le congratulazioni di Arno Penzias in occasione del premio Templeton. Possiamo anche citare Sir John Eccles, e Peter Weinberg. Nella corrispondenza di Padre Jaki si trovano anche lettere di Jérôme Lejeune e di Karl Popper. A puro titolo di esempio riportiamo alcune frasi da una lettera di Lejeune, che verteva sul particolarissimo argomento della stella dei Magi. Lejeune inizia la sua lettera dicendo: “Una risposta veloce. Quest'ultima fisserebbe allora l’arrivo dei Magi a Gerusalemme, alla Casa del Pane [Betlemme]. Arrivo che deve essere anteriore alla morte di Erode, che, considerando l’ultima eclissi di luna del 29 dicembre dell’anno -1...” Le ultime parole sono invece: “assicurandovi della mia fedelissima e devota amicizia, vi prego di credere, caro Padre, all’espressione della mia stima più alta.” Nel 1976 Padre Jaki fu l’unico “non Nobel” a essere invitato a una conferenza di premi Nobel tenutasi al Gustavus Adolphus College, a Saint Peter, nel Minnesota, i cui atti sono stati pubblicati nel 1979 nel volume The Nature of the Physical Universe [28]. Il libro è anche disponibile in italiano.




Real View Books

Padre Jaki ha fatto tradurre in inglese un certo numero di opere di autori come Duhem e Gilson, ma si è anche reso conto che alcune opere degne di essere conosciute erano ormai divenute introvabili, e ha pensato di rimediare fondando una casa editrice che le ripubblicasse. Questa casa editrice si chiama Real View Books, ed è tuttora in attività. Il primo libro pubblicato è stato Anglican Difficulties [29] che rispecchia la serie di lezioni tenute da Newman per convincere i suoi amici anglicani a superare le difficoltà che ancora impedivano loro di convertirsi al cattolicesimo. Il suo “metodo di lavoro” era abbastanza semplice: per ogni nuovo libro da pubblicare Padre Jaki trovava un benefattore che pagasse le spese vive di stampa, in modo da garantire l’uscita del libro. A tutt'oggi sono circa un centinaio le opere a disposizione presso il sito della casa editrice. La casa editrice è fisicamente ospitata presso una comunità di terziari domenicani, dediti in proprio all’apostolato della “buona stampa”, che hanno stampato quasi tutte le opere di Padre Jaki, a partire dai primi anni novanta. La persona che si occupa più attivamente di Real View Books è Dennis J. Musk, che è stato un amico e uno dei principali collaboratori di Padre Jaki. Il libro che potete vedere su questa pagina è una vita di Sant’Ignazio, scritta da un autore caro a Padre Jaki, Cristopher Hollis, un convertito al cattolicesimo che Padre Jaki ha definito, con una delle sue più incisive affermazioni, come “figlio di un vescovo anglicano, e padre di un vescovo cattolico” (che fino a qualche tempo fa era il vescovo di Portsmouth).






ValóVilág

Analogamente a Real View Books, Padre Jaki ha fondato in Ungheria la casa editrice ValóVilág (Mondo Reale), che ha pubblicato esclusivamente traduzioni di suoi libri. Vediamo qui la versione ungherese di Fourteen Stations, un commento alle quattordici stazioni della Via Crucis. Anche la casa editrice Real View Books ha pubblicato molti libri scritti da Padre Jaki (che anzi oggi costituiscono la parte più cospicua del catalogo). Dopo la morte di Padre Jaki, la casa editrice Real View Books ha pubblicato le opere di Padre Jaki che egli aveva lasciato “pronte per la stampa”, ma non aveva fatto in tempo a pubblicare. L’ultimo libro uscito è una raccolta di ventidue saggi, intitolato Uncodified Conspiracy and Other Essays [30]. Il saggio che dà il titolo alla raccolta (“Cospirazione non codificata”) è la prefazione scritta da Padre Jaki alla traduzione inglese della Mémoires pour servir à l’histoire du jacobinisme [31], dell’Abate Barruel, uno dei libri pubblicati da Real View Books. Una raccolta di saggi su Newman è in fase di stampa (2018), e dopo quella si può pensare di ristampare quelle opere di cui restano ormai poche copie disponibili.





www.sljaki.com

Un secondo sito (oltre a quello di Real View Books) dedicato a Padre Jaki, è il sito www.sljaki.com, dove si possono trovare informazioni su Padre Jaki. È su questo sito che viene mantenuta aggiornata la lista delle pubblicazioni di Padre Jaki, che consta di oltre settecento fra libri, articoli, prefazioni, recensioni e traduzioni. Suggerimenti per il miglioramento del sito sono ben accetti. Il sito è lo stesso che Padre Jaki aveva deciso di mettere online, fin dai primi anni di questo secolo.







Bible and Science

Una serie di libri di Padre Jaki è dedicata alla interpretazione della Bibbia. La sua opera principale in proposito è Bible and Science (1996) [32], che è stata seguita, nel 1998, da Genesis 1 Through the Ages [33], un libro interamente dedicato alla storia dei commenti al primo capitolo del libro della Genesi, che contiene il racconto della creazione. Dopo una lunga disamina della storia delle interpretazioni di quel capitolo, Padre Jaki giunge alla conclusione che l’obiettivo principale del capitolo, oltre alla presentazione di Dio come creatore, è quello che conclude la narrazione: “Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli aveva fatto creando” [34]. L’epoca in cui il capitolo ha raggiunto la sua forma definitiva (al ritorno dall'esilio in Babilonia) richiedeva di motivare la popolazione a tornare a seguire le usanze tradizionali, ovvero la circoncisione e il riposo del sabato. Dio è quindi utilizzato come esempio del riposo sabbatico, dopo che ha compiuto l’opera più grande immaginabile, e cioè la creazione dell’universo, vista (secondo le concezioni cosmologiche allora correnti in quell’area) come la costruzione di una grande tenda, avente come tetto il firmamento, sopra del quale erano le acque, e pure sulle acque poggiava anche il pavimento della tenda cosmica, la terra. Questi libri trattano anche dei miracoli, e Padre Jaki ha dedicato un intero libro al miracolo del sole a Fatima [35] e un altro libretto alla Madonna di Guadalupe [36].



Catholic Theology Books Catholic Theology Booklets

Padre Jaki ha anche dedicato alcuni libri alla difesa delle posizioni cattoliche, in perfetta consonanza con l’insegnamento del Magistero pontificio. Particolarmente originale è il libro dedicato alle chiavi di San Pietro e al loro significato [37]. Ci limitiamo qui a segnalare qualche titolo, relativo al primato di Pietro [38], al celibato sacerdotale [39], alla bioetica [40], ma potremmo proseguire con la difesa dell’enciclica Humanae Vitae [41] di Paolo VI e della posizione cattolica riguardo all’impossibilità di un sacerdozio femminile [42].

Negli ultimi anni della sua vita Padre Jaki affrontato in maniera succinta alcuni argomenti di base della teologia, e ha commentato una serie di litanie e preghiere cattoliche. A titolo di esempio vediamo qui il libretto dedicato al peccato originale, e il commento all’Ave Maria. In parallelo Padre Jaki ha scritto una serie di opuscoli, di trentadue pagine ognuno, molti dei quali riflettono in breve il tema di qualche sua opera maggiore, mentre altri sono brevi monografie. Qui vediamo The Creator's Sabbath Rest, ossia il riposo del Creatore al settimo giorno, che riporta le conclusioni del libro sulla storia dei commento di Genesi 1; vediamo anche un’introduzione al rapporto fra Scienza e religione, di per sé trattato in parecchi suoi libri, e che si conclude con una ventina di affermazioni esplicitamente modellate sui “consigli all’aspirante realista” posti alla fine del libro di Gilson intitolato “Le réalisme méthodique”, uno dei libri che Padre Jaki ha fatto tradurre in inglese.


Chesterton and Undset.

Un altro degli autori preferiti da Padre Jaki è stato Gilbert Keith Chesterton. A lui Padre Jaki ha dedicato parecchi articoli, ma un solo libro, Chesterton, a Seer of Science [43]. ossia un visionario riguardo alla scienza. Ricordiamo che Chesterton è stato tutt’altro che tenero con lo scientismo che dominava la sua epoca. Un ulteriore libro Padre Jaki ha dedicato alla conversione al cattolicesimo del Premio Nobel 1928 per la letteratura Sigrid Undset [44]. Entrambi questi autori sono dei convertiti, e Padre Jaki aveva una particolare attenzione ai convertiti, i quali spesso dimostrano nella loro nuova fede più vivacità intellettuale ed acume apologetico che non i “cattolici dalla culla”. Le ricerche fatte sulla conversione di Sigrid Undset sono state un’impresa particolarmente laboriosa, che ha richiesto anche la traduzione per la prima volta di alcuni testi della Undset dal norvegese in inglese. Padre Jaki ha anche visitato i luoghi dove ha abitato la Undset, e a lui dobbiamo questa foto della tomba di lei.



John Henry Newman books

Ma il convertito col quale Padre Jaki ha passato più tempo è senz’altro il Beato Cardinal John Henry Newman, il più illustre convertito del XIX secolo, che Padre Jaki ha citato fin dalla sua tesi di laurea. A Newman Padre Jaki ha dedicato parecchi libri e decine di articoli e conferenze. E ha anche fatto ristampare alcune opere di Newman oggi quasi introvabili. Una delle sue preoccupazioni era quella di non lasciare che Newman fosse trasformato nel precursore di un ecumenismo, molto in voga dopo il concilio Vaticano II, tendente a minimizzare le differenze dottrinali con i protestanti. Su questo punto Padre Jaki ha commentato alcune opere di Newman, mostrandone il carattere profondamente cattolico e ricordando i devastanti giudizi da Newman pronunciati riguardo alla dottrina della giustificazione di Lutero [45] e riguardo alla Chiesa Anglicana[46]. Forse l’opera più significativa di Padre Jaki in argomento è il libro Newman to Converts: An Existential Ecclesiology [47], frutto di una meticolosa ricerca svolta a Birmingham nella biblioteca stessa di Newman, e nel quale si tracciano (desumendo il materiale dalle lettere di e a Newman e da documentazione dell’epoca), le vicende che hanno portato alla conversione di una ventina di persone dall’anglicanesimo al cattolicesimo. Tutte queste persone avevano chiesto consiglio a Newman, e il consiglio che Newman dava può ben riassumersi in una delle frasi poste all’inizio del libro: “Non passano molti giorni senza che io riceva lettere da sconosciuti, giovani e vecchi, uomini e donne, riguardo alla religione cattolica. Io rispondo loro che essa è la sola e l’unica religione vera e certa”. Insieme alla copertina dell’opera principale, si può qui vedere la versione breve, di trentadue pagine, uscita addirittura prima dell’opera maggiore. Il titolo è The One True Fold: Newman and his Converts.


Means to Message / A Mind's Matter

Dal punto di vista filosofico Padre Jaki apprezza molto le posizioni di Gilson, che cita spesso, ed è da lui definito “forse il più grande filosofo cattolico dopo Tommaso d’Aquino”, ma a cui ha dedicato solo un breve saggio. La chiave per comprendere la posizione filosofica di Padre Jaki si trova in due volumi, apparentemente assai diversi fra loro. Uno è un’esposizione della sua filosofia, Means to Message (1999, disponibile anche in traduzione italiana) [48]. Il secondo è invece un’autobiografia intellettuale, A Mind’s Matter [49], con due ulteriori capitoli pubblicati uno nel 2006 e il secondo, postumo, nel 2011. A Mind’s Matter è preziosa per comprendere il cammino percorso da Padre Jaki lungo la sua vita, mentre Means to Message è una esposizione sistematica. Padre Jaki aveva tentato di avere in Means to Message to name each chapter capitoli con titoli di una sola parola, ma ha dovuto arrendersi di fronte a “Free Will”, ossia al libero arbitrio.




At the Pontifical Athaeneum Regina Apostolorum Clinica del la Conception - Madrid

Padre Jaki è morto nel 2009. Nel mese di marzo era venuto a Roma proprio qui, all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, per tenere quelle che sarebbero state le sue ultime lezioni (disponibili anche in italiano nel volume Il miraggio del conflitto tra scienza e religione). Poiché le sue lezioni a Roma dovevano essere tenute a una settimana di distanza fra loro, nel fine settimana fra le prime quattro e le seconde quattro lezioni era venuto a Varese, a trovare me e altri amici, ed è stata quella l’ultima volta in cui abbiamo potuto parlare. Qui potete vedere l’ultima foto che io ho di lui, scattata all’aeroporto della Malpensa. Appare stanco, ma non ci aspettavamo ciò che stava per accadere. Dopo il ritorno a Roma, nei giorni successivi, Padre Jaki si è sentito male, ma ha insistito (contro il parere di medici e amici) per proseguire nel suo programma, che prevedeva una sosta a Madrid prima di rientrare negli Stati Uniti. A Madrid gli amici che l’hanno accolto si sono resi conto che aveva immediata necessità di cure mediche, ed è stato subito ricoverato alla vicina Clinica de la Conception, al reparto rianimazione. Padre Rafael Pascual è subito accorso al suo capezzale, ed è stato fra gli ultimi a poter parlare con lui. I medici hanno appurato che a Roma aveva subito un infarto e che il suo cuore era rimasto danneggiato. Dopo una prima operazione, i medici l’hanno “intubato” e sedato, nella speranza che ci fosse un miglioramento che avrebbe permesso una seconda operazione al cuore. Purtroppo il miglioramento non c’è stato, e Padre Jaki è morto il 7 aprile 2009, davanti agli occhi di quattro persone, che lo tenevano e si tenevano per mano mentre recitavano preghiere in tre lingue diverse.


Padre Jaki è morto il martedì della Settimana Santa del 2009. Il trasporto della salma in Ungheria è potuto avvenire solo la settimana successiva. Il funerale vero e proprio è avvenuto a Pannonhalma ancora più tardi, il 29 aprile 2009. Al funerale sono intervenute persone venute letteralmente da mezzo mondo. Era presente il presidente dell’Accademia delle Scienze Ungherese. L’Arciabate di Pannonhalma ha acconsentito che alcune persone prendessero la parola brevemente prima della fine del rito. Chi scrive parla era una di queste persone e ho detto fra l’altro: “Padre Jaki amava citare il detto di San Paolo riguardo al ‘culto ragionevole’ che dobbiamo offrire al Signore; e la sua vita è stata un esempio di questo ‘culto ragionevole’. Insieme ad altri amici, tenteremo di mantenere viva la memoria della sua vita e della sua opera.”

Father Jaki's funeral The Stanley Brigade

Il gruppo di amici di Padre Jaki si chiama informalmente Stanley Brigade, e il nome è stato suggerito dallo stesso Padre Jaki, a fine 2008 a Roma, come si può vedere da questa foto, presa alla Fontana di Trevi. Gli amici di Padre Jaki (non solo quelli ritratti alla Fontana di Trevi) sono sparsi in diverse nazioni, e si danno da fare localmente. Il gruppo è aperto a chiunque sia interessato. A Roma Padre Paul Haffner (il primo biografo di Padre Jaki) è responsabile della Jaki Foundation. Un primo gesto organizzato dagli amici, e in particolare da Padre Rafael Pascual, è stato un convegno a Roma nel 2010, i cui Atti sono diventati disponibili nel 2014 Un ulteriore convegno è stato tenuto a Madrid nel 2011, e i relativi Atti sono stati pubblicati nel 2017 [50]. Un ulteriore Corso Estivo si è tenuto a Madrid nel 2011. Dopo la morte di Padre Jaki è quasi stata completata la pubblicazione dei libri (in inglese) che erano già “pronti per la stampa” alla sua morte, e sono state anche pubblicate diverse traduzioni e ristampe in inglese, in italiano, in francese e in ungherese.


Questions on Science and Religion

Volendo accostarsi a Padre Jaki “direttamente” il volume da cui iniziare è sicuramente “Domande su Scienza e Religione” (2004), disponibile anche in italiano [51]. In questo libro, la cui scrittura ha richiesto parecchi anni (qualche capitolo era già scritto nel 1999), sono condensate le risposte che Padre Jaki ha dato più dettagliatamente in parecchie altre opere. È quindi un buon punto di partenza.










Books about Father Jaki

Mentre Padre Jaki era ancora vivo, Padre Paul Haffner ha scritto nel 1987 una tesi su di lui, sotto la sua supervisione, e quella dei Padri Welten O’Collins, che è stata successivamente pubblicata was nel 1991: Creation and Scientific Creativity: A Study in the Thought of S.L. Jaki [52]. Una nuova edizione aggiornata è uscita nel 2009, pochi mesi dopo la morte di Padre Jaki [53]. Uno studente dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, Hrvoje Relja, ha pure preparato una tesi (in italiano) su Padre Jaki, sotto la supervisione dei Padri Paul Haffner e Rafael Pascual, e anche questa tesi, dal titolo Il Realismo di S.L. Jaki, è stata pubblicata nel 2008 [54].








Publications about Father Jaki

Alla fine del 2013 un’altra tesi su Padre Jaki è stata preparata da Stacy Trasancos negli Stati Uniti, è stata pubblicata nel 2014, ed è disponibile sia in edizione Kindle che in edizione cartacea. Il titolo è: Science was Born of Christianity: The Teaching of Fr. Stanley L. Jaki Padre Paul Haffner ha scritto una prefazione per questa tesi.
Grazie a John Beaumont, il numero di maggio-giugno 2014 di StAR (Saint Austin Review [55] - la rivista dei benedettini americani) è dedicata quasi interamente a Padre Jaki. All’interno della rivista compare anche un contributo non comune, quello di Kevin O’Brien, attore di professione, ma che mette la sua arte al servizio dell’evangelizzazione. Kevin ha “impersonato” Padre Jaki in occasione di un convegno teologico, nel 2012. Il testo da lui composto e utilizzato è in realtà un florilegio di citazioni prese da varie opere di Padre Jaki (Kevin si è documentato con molta cura), e la sua interpretazione risulta piuttosto convincente (è disponibile su Youtube). Sia il testo che la presentazione sono raggiungibili dal sito www.sljaki.com. Alcune altre indicazioni relative a Padre Jaki sono disponibili sempre sul sito www.sljaki.com.



[1] Stanley Jaki, Les tendances nouvelles de l’ecclesiologie (Roma: Herder, 1957).

[2] Stanley Jaki, Justification as Argued by Newman (Port Huron, MI: Real View Books, 2007), 269, nota 7.

[3] Jaki, Les tendances nouvelles, 264. La citazione è riportata nel libro nel latino dell’originale: Tenete ergo carissimi, tenete omnes unanimiter Deum patrem et MATREM ECCLESIAM. La si trova nell’opera di Sant’Agostino’s Enarrationes in Psalmos, LXXXVIII, Sermone 2, n. 14.

[4] Stanley Jaki, Victor F. Hess, “A Study of the Distribution of Radon, Thoron, and Their Decay Products above and below the Ground”, in Journal of Geophysical Research, 63 (1958), 373-90.

[5] Si veda, per esempio, Stanley Jaki, The Drama of Quantities (Port Huron, MI: Real View Books, 2005), 13. La citazione di Eddington si trova in The Nature of the Physical World (New York: MacMillan; Cambridge: Cambridge University Press, 1929), 275.

[6] Stanley Jaki, A Mind’s Matter: an Intellectual Autobiography (Grand Rapids, MI: Eerdmans, 2002), 22. Quest’ufficio postale rimase in uso fino al 2015, poi cambiò sede.

[7] Stanley Jaki, The Relevance of Physics (Chicago: The University of Chicago Press, 1966), copertina.

[8] The Psalms: A New Translation (Londra: Collins, 1963).

[9] Stanley Jaki, Praying the Psalms (Grand Rapids, MI: Wm. B. Eerdmans, 2000). Stanley Jaki, Themes of Psalms (Port Huron, MI: Real View Books, 2005).

[10] Herbert Thurston SJ, Donald Attwater, Butler’s Lives of the Saints (Londra: Burns & Oates, 1956).

[11] Stanley Jaki, Brain, Mind and Computers (New York: Herder and Herder, 1969).

[12] Stanley Jaki, The Paradox of Olbers’ Paradox: A Case History of Scientific Thought (New York: Herder and Herder, 1969).

[13] Stanley Jaki, The Milky Way: An Elusive Road for Science (New York: Science History Publications; Newton Abbot: David and Charles, 1972).

[14] Stanley Jaki, Planets and Planetarians: A History of Theories of the Origin of Planetary Systems (Edimburgo: Scottish Academic Press; New York: The Halstead Press of John Wiley Inc., 1978).

[15] Stanley Jaki, Science and Creation: From Eternal Cycles to an Oscillating Universe (New York: Science History Publications; Edimburgo: Scottish Academic Press, 1974).

[16] Pierre Duhem, Le Système du Monde: histoire des doctrines cosmologiques de Platon à Copernic (Paris: Hermann, 1913-1959).

[17] Stanley Jaki, Uneasy Genius: The Life and Work of Pierre Duhem (Dordrecht/Boston/Lancaster: Martinus Nijhoff, 1984).

[18] Stanley Jaki, The Physicist As Artist: The Landscapes of Pierre Duhem. (Edimburgo: Scottish Academic Press, 1988). Stanley Jaki, Scientist and Catholic: an Essay on Pierre Duhem (Front Royal, VA: Christendom Press, 1991).

[19] Stanley Jaki, Reluctant Heroine: The Life and Work of Hélène Duhem (Edimburgo: Scottish Academic Press, 1992).

[20] Stanley Jaki, The Road of Science and the Ways to God: The Gifford Lectures 1975 and 1976 (Chicago: University of Chicago Press; Edimburgo: Scottish Academic Press, 1978).

[21] Stanley Jaki, La strada della scienza e le vie verso Dio (Milano: Jaca Book, 1988).

[22] Templeton, 1987 Templeton Prize (Nassau, Bahamas: Lismore Press, 1987), 4.

[23] Ibid.

[24] Stanley Jaki, Lectures in the Vatican Gardens (New Hope, KY: Real View Books, 2011). Il capitolo 9 di questo libro ha per argomento “Science as Prediction and the Unpredictability of Science” [“La scienza come predizione e l’impredicibilità della scienza”].

[25] Stanley Jaki, Traduzione dal tedesco, con introduzione e note, di: Immanuel Kant. Universal Natural History and Theory of the Heavens (Edimburgo: Scottish Academic Press, 1981).

[26] Stanley Jaki, Traduzione dall’italiano, con introduzione e note, di: Giordano Bruno. The Ash Wednesday Supper (The Hague/Paris: Mouton, 1975).

[27] Stanley Jaki, Traduzione dal tedesco, con introduzione e note, di: J.H. Lambert. Cosmological Letters on the Arrangement of the World-Edifice (New York: Science History Publications; Edimburgo: Scottish Academic Press, 1976).

[28] Stanley Jaki, “The Chaos of Scientific Cosmology.” In: Douglas Huff e Omer Prewett (ed.). The Nature of the Physical Universe: 1976 Nobel Conference (New York: John Wiley, 1979), 83-112. La traduzione italiana, “Il caos della cosmologia scientifica”, è in: D. Huff e O. Prewett (ed.). La natura dell’universo fisico (Torino: Boringhieri, 1981), 88-114.

[29] John Henry Newman, Anglican Difficulties (Certain Difficulties Felt by Anglicans in Catholic Teaching) (ristampa dell’edizione del 1850) (Fraser, MI: Real View Books, 1994).

[30] Stanley Jaki, Uncodified Conspiracy and Other Essays (New Hope, KY: Real View Books, 2014).

[31] Augustin Barruel, Memoirs Illustrating the History of Jacobinism (Fraser, MI: Real View Books, 1995).

[32] Stanley Jaki, Bible and Science (Front Royal, VA: Christendom Press, 1996).

[33] Stanley Jaki, Genesis 1 Through the Ages (Edimburgo: Scottish Academic Press; Royal Oak, MI: Real View Books, 1998).

[34] Gen 2:3.

[35] Stanley Jaki, God and the Sun at Fatima (Fraser, MI: Real View Books, 1999).

[36] Stanley Jaki, The Drama of Guadalupe (New Hope, KY: Real View Books, 2009).

[37] Stanley Jaki, The Keys of the Kingdom: A Tool’s Witness to Truth (Chicago: The Franciscan Herald Press, 1986).

[38] Stanley Jaki, And on This Rock: The Witness of One Land and Two Covenants (Notre Dame, IN: Ave Maria Press, 1978).

[39] Stanley Jaki, Theology of Priestly Celibacy (Front Royal, VA: Christendom Press, 1997).

[40] Stanley Jaki, The Ethical Foundations of Bioethics (Port Huron, MI: Real View Books, 2007). La traduzione italiana è I fondamenti etici della bioetica (Verona: Fede & Cultura, 2012).

[41] Stanley Jaki, The Background of Humanae Vitae: Peter’s Chair: a Professorial Chair? (Gaithersburg, MD: Human Life International, 1993). La traduzione italiana è Retroscena della Humanae vitae. Il seggio di Pietro: Un seggio cattedratico? (Roma: Vita Umana Internazionale, 1999 [2000]).

[42] Stanley Jaki, “Authoritatively No-Authority to Ordain Women” The Wanderer (30 June 1994).

[43] Stanley Jaki, Chesterton: A Seer of Science (Urbana/Chicago: University of Illinois Press, 1986).

[44] Stanley Jaki, Sigrid Undset’s Quest for Truth (Port Huron, MI: Real View Books, 2007).

[45] Stanley Jaki, Justification as Argued by Newman (Port Huron, MI: Real View Books, 2007).

[46] Stanley Jaki, The Church of England as Viewed by Newman (Pinckney, MI: Real View Books, 2004).

[47] Stanley Jaki, Newman to Converts: An Existential Ecclesiology (Pinckney, MI: Real View Books, 2001).

[48] Stanley Jaki, Means to Message: A Treatise on Truth (Grand Rapids, MI: Wm. B. Eerdmans, 1999). La traduzione italiana è Il Messaggio e il suo Mezzo. Un Trattato sulla Verità (Verona: Fede & Cultura, 2007).

[49] Stanley Jaki, A Mind’s Matter: an Intellectual Autobiography (Grand Rapids, MI: Eerdmans, 2002),

[50] Rafael Pascual, Antonio Colombo (eds.), Atti del Convegno Internazionale – Commemorazione di Padre Stanley L. Jaki OSB, nel primo anniversario della sua morte (Roma: Ateneo Pontificio Regina Apostolorum – IF Press, 2014). Lucía Guerra Menéndez, Rafael Pascual, Antonio Colombo (eds.), Proceedings of the Summer Course Science and Faith in Stanley Jaki – Madrid, July 11-13, 2011 (Roma: Ateneo Pontificio Regina Apostolorum – IF Press – CEU, 2017).

[51] Stanley Jaki, Questions on Science and Religion (Pinckney, MI: Real View Books, 2004). La traduzione italiana è: Stanley Jaki, Domande su scienza e religione (Roma: Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, 2008,2017).

[52] Paul Haffner, Creation and Scientific Creativity: A Study in the Thought of S.L. Jaki (Front Royal, VA: Christendom Press, 1991).

[53] Paul Haffner, Creation and Scientific Creativity: A Study in the Thought of S.L. Jaki (Leominster: Gracewing, 2009).

[54] Hrvoje Relja, Il realismo di S.L. Jaki: Dalla convinzione religiosa tramite il realismo moderato e la creatività scientifica fino al realismo metodico (Roma: Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, 2008).

[55] “Science & Orthodoxy; The legacy of Fr. Stanley L. Jaki”, Special issue of the Saint Austin Review, vol. 14, no. 3 (May-June 2014).